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San Gabriele Arcangelo

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Pellegrinaggio a Subiaco sulle orme di San Benedetto

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Sabato 14 ottobre, ore 9.00. Il piazzale della nostra parrocchia di San Gabriele Arcangelo è un pullulare di bambini, adulti, ragazzi, suore e sacerdoti. Tutti con lo zaino in spalla pronti, in cammino, sulle tracce di San Benedetto, patrono d'Europa, nato a Norcia nel 480 d.C. e morto a Montecassino nel 547 d.C.

Prima tappa: Sacro Speco a Subiaco, immerso nell'area protetta dei Monti Simbruini.

Appare subito chiaro il motivo per cui San Benedetto nato da una nobile famiglia di Norcia, trovò qui il posto giusto, per ritirarsi e cercare Dio; siamo infatti circondati dalla magnificenza delle montagne, ricche di paesaggi rigogliosi di flora e fauna, le acque del fiume Aniene si snodano e ci accompagnano  nella valle  fino alla strada che si inerpica sul monte Talèo,  a raggiungere  quel sacro luogo che Petrarca definì "Soglia del paradiso" dove il giovane Benedetto si ritirò in preghiera.

Nel silenzio di questi luoghi per tre anni San Benedetto è vissuto all'interno di una grotta (speco), dove oggi sono presenti gli affreschi definiti i più belli dell'arte medievale italiana; quelli della Chiesa Superiore XIV sec. di scuola senese e quelli della scuola umbro-marchigiana (XV sec.)  nella Chiesa inferiore.  

Fa un certo effetto, salire la Scala Santa, sotto gli affreschi che ripercorrono la vita della Vergine Maria e pensare nello stesso momento che una volta era percorsa in ginocchio e preghiera, a contemplare l'ascesi verso Dio distaccandosi dai beni terreni.

All'interno della cappella di San Gregorio veniamo rapiti dallo sguardo dell'unico ritratto da vivo di un giovane San Francesco di passaggio qui a Subiaco, privo di aureola e stimmate ricevute esattamente un anno dopo come ci ricorda la scritta latina.  Facciamo quindi una solenne pausa quasi a voler incrociare lo sguardo di San Francesco.  La roccia prima, il roseto poi, rendono chiaro il posto dove siamo, colmo di ricchezze storico artistiche e religiose uniche al mondo.

Dopo un pranzo a sacco, c’è anche il tempo per una salutare passeggiata sulle rive dell’Aniene, che qui a Subiaco disegna dei paesaggi meravigliosi.

Il nostro viaggio prosegue nella valle sublacense raggiungiamo a piedi il monastero dedicato a Santa Scolastica, sorella gemella di San Benedetto. Veniamo accompagnati da una guida giovane e preparata, che ci parla delll'importanza di questo complesso monastico, rimasto unico intatto di altri dodici, forse distrutti da terremoti e battaglie saracene. Sullo stipite del portone d’ingresso  appare solenne la scritta "Ora et  Labora", che ci ricorda la regola Benedettina. In poco tempo ripercorriamo  diverse epoche attraverso i  tre chiostri del monastero, da quello rinascimentale, al gotico, al cosmatesco,  fino a ritrovarci con un salto nel tempo in una chiesa settecentesca, unica opera italiana di Antonio Quarenghi architetto divenuto famoso in Russia: alcuni  marmi utilizzati sono della villa dell'imperatore romano Nerone, non distante da qui. Le mura del monastero sembrano trasportarci verso un passato lontano dove eremiti e monaci soggiornarono nella contemplazione di Dio, rendendo questa un  "Valle Santa".  Risiede poi in questo monastero la biblioteca con la prima "stamperia" d'Italia, un vero e proprio tesoro della nostra regione: da qui il nome dato a Subiaco "città della stampa".

Rimane poi il tempo per salutarci, inebriati dai profumi dei prodotti naturali ancora preparati dai monaci e disponibili in erboristeria,  e pensare alla prossima tappa... tenendo nel cuore i ricordi di questo posto a pochi km da Roma come punto di riferimento per tutti coloro che vogliono staccare anche solo qualche ora dalla routine giornaliera e dallo stress…  avvicinandosi con la preghiera al silenzio di Dio, circondati da paesaggi unici.

Simona Meucci

 

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